sabato 1 giugno 2013

Le macchine più importanti del Novecento

Negli anni successivi si costruirono tantissimi tipi di calcolatrici, con diverse caratteristiche, ed è per questo che non le descriverò tutte, ma nominerò solo le più importanti.
Innanzitutto, verso il 1920 Oscar Sundstrand introdusse l'attuale disposizione dei tasti su quattro righe e tre colonne.
Nel 1936 Alan Turing schematizzò i limiti delle macchine calcolatrici, ponendo le definizioni di quella che sarebbe diventata famosa come macchina di Turing; quest'ultima è una modello ideale che definisce una macchina in grado di eseguire algoritmi ed è dotata di un nastro infinito su cui può leggere e/o scrivere dei simboli. Essa ha la particolarità di potersi descrivere come costituita da meccanismi elementari molto semplici e ha la portata computazionale che si presume essere la massima: infatti, essa è in grado di effettuare tutte le elaborazioni effettuabili dagli altri modelli di calcolo noti all'uomo.

Sempre nel 1936 Zuse intraprese la progettazione e la costruzione di una macchina in grado di eseguire calcoli velocemente, ma dotata di una certa versatilità d'uso; questo è lo Z1, il cui prototipo venne costruito in casa dei genitori, che lo aiutarono economicamente. Questa macchina presentava una struttura già molto simile a quella dei moderni computer: era programmabile, dotata di unità di memoria e di un'autonoma unità di calcolo in virgola mobile basata sul sistema binario. Inoltre, lo "Z1" funzionava ad una velocità di clock generata da un motore elettrico, regolabile manualmente con un potenziometro. Le istruzioni venivano immesse tramite un nastro di celluloide perforato simile ad una pellicola cinematografica, sul quale venivano poi scritte anche le risposte del calcolatore. La macchina di Zuse utilizzava la tecnologia elettromeccanica disponibile negli anni trenta ed era basata su un originale sistema di memorie meccaniche a levette ed incastri azionate da un motore elettrico.
Nel 1948 fu costruita la Curta da Curt Herzstark, la prima calcolatrice meccanica portatile. Ha un'altezza di 85mm e un piccolo cilindro che può essere tenuto nel palmo della mano. Può essere utilizzata per effettuare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni e, con maggiore impegno, anche l'estrazione della radice quadrata ed altre operazioni. Il principio di funzionamento riprende, perfezionandolo e miniaturizzandolo, quello dell'aritmometro di Leibniz, con i valori in entrata impostati tramite cursori e sommati o sottratti usando come traspositore un cilindro con scanalature di diversa lunghezza.
All'inizio del 1961 fu lanciata sul mercato la prima calcolatrice totalmente elettronica da ufficio: il Bell Punch/Sumlock ANITA Mk.VII, esteticamente simile al comptometer. Questa macchina usava valvole termoioniche per la circuiteria e tubi nixie per il display.
Inoltre, nel Novecento tra le società più importanti che producevano calcolatrici c'era la Olivetti. Questa industria produsse un gran numero di calcolatrici, tra cui sono da ricordare la divisumma14, che è la prima calcolatrice al mondo in grado di effettuare le quattro operazioni e di stampare, e la logos32B, che è la prima calcolatrice elettronica prodotta in Italia.


Zuse intraprese nel 1936 la progettazione e la costruzione di una macchina in grado di eseguire calcoli velocemente, ma dotata di una certa versatilità d'uso.
Il prototipo dello Z1 venne costruito in casa dei genitori, che lo aiutarono economicamente, pur non vedendo di buon occhio questa sua nuova iniziativa. La prima macchina di Konrad Zuse presentava una struttura già molto simile a quella dei moderni computer: era programmabile, dotata di unità di memoria e di un'autonoma unità di calcolo in virgola mobile basata sul sistema binario. Inoltre lo "Z1" funzionava ad una velocità di clock generata da un motore elettrico, regolabile manualmente con un potenziometro da un minimo di circa 0,3 cicli al secondo fino al massimo di 1 hertz, cioè un ciclo di calcolo al secondo.
Le istruzioni venivano immesse tramite un nastro di celluloide perforato simile ad una pellicola cinematografica, sul quale venivano poi scritte anche le risposte del calcolatore. La macchina di Zuse utilizzava la tecnologia elettromeccanica disponibile negli anni trenta, ed era basata su un originale sistema di memorie meccaniche a levette ed incastri azionate da un motore elettrico, che la rendevano simile nell'aspetto e nel suono prodotto ad una specie di grosso centralino telefonico poggiato su tavolo, anziché in verticale. Zuse la denominò inizialmente "V1", dove "V" è l'iniziale in tedesco di "Modello Sperimentale".

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